2008
e continuo a cantare
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Omaggio a Piero Ciampi
“La migliore serata su Piero Ciampi a cui abbia partecipato”. Gli artisti si congratulano, stringono le mani, tutti visibilmente provati, quasi commossi, all’uscita laterale del Teatro Regio dopo quasi tre ore di concerto in onore del cantautore, principale evento del Parma poesia Festival.
Livornese dall’esistenza tormentata, cantautore dall’aria malinconica sottovalutato in vita, rivalutato dopo la sua morte – avvenuta nel 1980 – grazie agli omaggi sentiti degli amici Gino Paoli, Nada e Renato Zero, e di autori come La Crus e Vinicio Capossela che hanno reso attuale e rock l’opera di Ciampi.
Teatro esaurito da giorni, tra le prime file esponenti della Parma bene ma soprattutto molte facce giovani in galleria incuriosite dalla figura tormentata del cantautore toscano. Poi scende il buio in sala ed inizia il concerto con un montaggio di immagini e parole di Piero Ciampi, tratto da uno spettacolo inedito degli archivi Rai, un incrocio fra teatro e canzone d’autore dove la vita difficile di Ciampi è l’unica protagonista.
Presentato come genio assoluto, Morgan esordisce con la battuta “i tempi morti sono i migliori”, ovviando a un piccolo problema tecnico. Poi riparte all’attacco e subito travolge con “Il denaro”, perla mai incisa da Ciampi. Ma il vero trionfo della serata è Samuele Bersani, che dopo “Qualcuno tornerà”, stupisce il pubblico con la sua “Giudizi Universali” accolta fin dalle note iniziali da un boato. Commuove il pubblico Niccolò Fabi, proponendo una trascinante versione della sua “Costruire”, prima degli omaggi di Reverberi e Pavone, entrambi amici e coautori delle canzoni di Ciampi.
Bobo Rondelli e Luca Faggella sono livornesi doc (“una città del sud circondata da gente del nord” ) e hanno dedicato parte della loro carriera artistica a Ciampi. Rondelli con la canzone sul precariato artistico “il Merlo” rappresenta al meglio l’anima più sarcastica di Ciampi, con un cantato strascicato che coinvolge subito. Diversa l’interpretazione di Faggella, molto intima, che conclude l’esibizione di “Livorno”, con una passeggiata verso il pubblico, stralunata e commovente.
I La Crus, gruppo rock milanese tra i primi a proporre una cover dell’artista toscano, hanno sorpreso il pubblico del Regio, con una ispirata versione de “Il vino” accompagnati dalle voci dei “situazionisti”, un’ improvvisato coro da osteria che contrasta splendidamente con la magnificenza del Regio. Nada è l’unica cantante presente alla serata e la sua interpretazione fra poesia e canzone d’autore è molto sentita, visto l’affetto che li legava, e conquista il pubblico che la omaggia con una standing ovation.
A Vinicio Capossela spetta il compito di concludere la serata. Microfono spento e passo agile per le strade del centro, di locale in locale. Scherza con il pubblico dentro e fuori al Regio. Al centro delle sue battute un testo anticonformista che Ciampi potrebbe avere scritto apposta per Capossela: “E’ solo un artista, che l’hanno preso per un egoista, la vita è una cosa che prende, porta e spedisce”.